La storia millenaria della pieve di Sant’Apollinare a Coscogno, tra arte romanica, simbologie antiche e il fascino intatto dell’Appennino
Origini antiche e rilevanza storica
A poca distanza dal borgo di Coscogno, frazione di Pavullo nel Frignano di origine romana, sorge l’antica pieve romanica dedicata a Sant’Apollinare, vescovo martire di Ravenna. La sua origine potrebbe risalire all’epoca della dominazione bizantina in Appennino (VII-VIII secolo), come suggerisce la dedica e la posizione strategica lungo l’antica via di collegamento con la Toscana. Il primo documento certo che attesta l’esistenza della chiesa è del 996, mentre la sua funzione di pieve è segnalata per la prima volta nel 1035.
Nel 1104, la contessa Matilde di Canossa soggiornò a Coscogno e vi rogò un atto in presenza del cardinale Bernardo, confermando l’importanza del luogo in epoca medievale. Alla fine del XIII secolo, la pieve di Sant’Apollinare estendeva la propria influenza su diverse cappelle della zona, tra cui San Dalmazio, Festà, Montebonello, Benedello e Chiagnano.
Ristrutturazioni e trasformazioni architettoniche
L’aspetto attuale della pieve è il risultato di importanti ristrutturazioni, in particolare quella del 1648, come indicato da una lapide murata nella parte superiore della facciata. In quell’occasione, alla semplice facciata a capanna di gusto romanico furono aggiunte due ali laterali, venne aperta una trifora sopra il portale e furono costruiti il coro e le cappelle laterali.
Nel tempo, la chiesa ha subito vari interventi a causa dell’instabilità del terreno su cui è costruita, che ne ha più volte richiesto la ricostruzione o il consolidamento.
Il portale romanico e la lunetta scolpita
Elemento di maggiore pregio della facciata è il portale romanico, composto da tre sezioni ben distinte. All’esterno si trova un portale tardo-romanico strombato, ornato da colonnine, lesene e decorazioni a fogliami e gigli. All’interno, un secondo portale a mensole convesse, risalente al XIV secolo, fu aggiunto per rafforzare la struttura.
Sopra il portale si trova una lunetta in pietra scolpita, databile tra l’XI e il XII secolo e riscoperta nel 1920 sotto un’intonacatura secentesca. Il bassorilievo raffigura due caprioli e due mostri simbolo del male, ai lati di una palma stilizzata, richiamo cristiano alla Resurrezione e all’azione salvifica di Cristo. Il motivo richiama elementi dell’arte borgognona, giunti in zona grazie al passaggio dei pellegrini diretti a Roma. Un tempo, nella lunetta era anche dipinta un’immagine di Sant’Apollinare, oggi perduta.
Altri elementi decorativi
Sulla facciata, in una pietra angolare, si può osservare un curioso bassorilievo di fattura novecentesca, raffigurante due bestie addentate da una terza. L’autore ha volutamente imitato lo stile romanico, forse ispirandosi a un precedente perduto. Accanto si legge l’incisione sicut olim et nunc (“come un tempo anche ora”), e poco sopra si intravede una piccola testa d’uomo, che alcuni interpretano come l’autoritratto dello scultore.
L’interno della chiesa
L’interno della pieve riflette gli interventi secenteschi, con la presenza del coro e delle cappelle laterali realizzate durante la ristrutturazione del 1648.
Un luogo di fede e di memoria
Sebbene il suo splendore sia diminuito dopo il XII secolo, la pieve di Sant’Apollinare conserva ancora oggi un fascino antico, testimone di una lunga storia di fede, arte e pellegrinaggi. Immersa nel silenzio delle colline modenesi, rappresenta un punto di riferimento per chi desidera riscoprire le radici del territorio e l’eredità spirituale dell’Appennino.
A Coscogno transita inoltre la Via Romea Nonantolana ed è quindi passaggio di numerosi pellegrini e amanti del trekking!