La tradizionale Infiorata del Corpus Domini a Pievepelago riempie di colori via Tamburù e rinnova una tradizione che compie quasi cento anni.

Il prossimo 2 Giugno 2024, si rinnoverà a Pievepelago la tradizionale “Infiorata” durante la quale vengono realizzati suggestivi tappeti floreali lungo l’antica via Tamburù e in piazza Domenico Ricci nel centro del paese.

La prima notizia sinora reperita a Pievepelago risale al Giugno 1927, quando un cronista dell’epoca descrisse la processione del Corpus Domini lungo le vie del paese “cosparse di olezzanti fori freschi”, mentre tutti i palazzi e le più umili case erano addobbate con arazzi, festoni e vasi di fiori e sempreverdi.
Quella di cospargere la strada di fiori in occasione del transito delle processioni è un’usanza assai diffusa, che in Italia risale al 1600 quando il Papa stesso incaricò alcuni pittori (tra cui anche il Bernini) di realizzare ogni anno un mosaico floreale, per solennizzare la festa del Corpo di Cristo istituita dopo il miracolo di Bolsena.

Dalle prime semplici composizioni, una quarantina d’anni fa a Pieve s’iniziò a realizzare tappeti sempre più complessi e validi artisticamente, con l’effimera bellezza di queste composizioni destinate a durare solo alcune ore.

 

tradizionale infiorata corpus domini pievepelago
Locandina 2024 e 2025

Come nasce l’Infiorata?

Circa un mese prima del Corpus Domini gli infioratori si ritrovano assieme (non vi è alcuna rivalità fra loro, come invece accade per altre importanti Infiorate), valutando concordemente come meglio organizzare la manifestazione.
A seconda dell’andamento stagionale si decide l’acquisto comune di fiori dai mercati generali, cercando soprattutto di trovare abbastanza persone per riuscire a coprire di fiori l’intera via Tamburù.

Per gli infioratori il lavoro vero e proprio inizia la settimana prima della festa: si recano nei dintorni del paese per raccogliere fiori e verde, percorrendo a volte diversi chilometri per trovare una particolare tonalità di colore. Vengono utilizzate diverse varietà di fiori, scelte naturalmente tra quelle non protette, come il maggiociondolo, l’acacia, la ginestra, la “palla di neve”, le margherite ecc… che vengono conservate in umide cantine.

Al sabato pomeriggio antecedente il Corpus Domini, via Tamburù si anima coi primi realizzatori di tappeti, che lavoreranno tutta la notte… Dall’alba la frenesia è generale. Dopo il lavoro di chi è incaricato di tracciare con gessi colorati i contorni dei disegni (un lavoro non certo facile per il quale ci si avvale spesso di modelli precedentemente preparati), s’iniziano a riempire meticolosamente gli spazi secondo gli schemi di colori prestabiliti, con l’accorgimento di bagnare con acqua i petali più leggeri affinché il vento non li porti via e questo dà l’idea della suggestiva precarietà dell’Infiorata!

 

infiorata pievepelago

Dalle 10 alle 12 vi è il momento di maggior lavoro e di maggiore affluenza dei turisti che immortalano le fasi di realizzazione dei tappeti floreali. Mentre il tempo passa, cresce il ritmo di lavoro degli infioratori, che -ultimati i tappeti- cercano di fare in tempo a collegarli tra di loro con cornici e motivi ornamentali, creando così un unico lungo manto di fiori su via Tamburù.
Alle 12 transita la solenne processione e, nonostante questa strada sia abbastanza stretta, solo il sacerdote con ‘Ostensorio calpesta il manto floreale, che resterà poi intattofin verso sera.
Le altre strade del capoluogo vengono addobbate con centinaia di rami di ginestra e altri fiori. Il tutto con il carattere della spontaneità che contraddistingue questa manifestazione, che ricongiunge gli antichi sentimenti di un popolo felice per il ritorno della bella stagione con il profondo significato religioso del Corpus Domini, in un’unica multicolore e profumata festa.
In occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II a Modena, gli infioratori pievaroli avevano inserito la figura papale in alcuni tappeti. Alcune foto di questi tappeti furono inviate alla Segreteria di Stato del Vaticano “per far giungere a Sua Santità la nostra piccola voce, con un semplice e spontaneo gesto (i tappeti dell’Infiorata), auspicando che il Suo messaggio porti quei frutti spirituali di cui tutti abbiamo bisogno”.

Dopo pochi giorni dalla Segreteria del Vaticano giunse la benedizione apostolica del Papa: “Il Sommo Pontefice ha apprezzato tale testimonianza di adesione a questa Sua iniziativa di sollecitudine pastorale e, corrispondendo al delicato pensiero, impartisce a tutto il gruppo degli Infioratori la benedizione apostolica, pegno di paterna benevolenza ed auspicio di copiosi favori celesti”.

Non solo doveroso, ma anche molto sentita la decisione di inserire riferimenti alla scomparsa del Papa nelle edizioni del 2005 e del 2011 in occasione della Beatificazione.

I temi dei tappeti floreali

I soggetti dei tappeti sono prevalentemente religiosi, ma non sono mancati richiami a fatti di attualità, iniziando negli anni ’80 dalla riappacificazione USA/URSS sino alla caduta del muro di Berlino, la visita di Papa Giovanni Paolo II a Modena del 1988, il Giubileo del 2000, l’ostensione della Sindone nel 2010, i tragici terremoti modenesi 2012, papa Francesco nel 2013, il bicentenario di don Bosco nel 2015, ecc.
Nel 2015 la frase di papa Francesco ‘Usiamo le nuove tecnologie, senza farci usare’ ha ispirato un tappeto dove comparivano i moderni simboli di Facebook, Twitter ecc
II 2016 è stato dedicato al Giubileo della Misericordia, mentre nel 2017 un tappeto ha ricordato i 100 anni di Fatima ed uno il 50° della morte di don Milani, che già in passato ispirò bei tappeti floreali, ecc.. La tradizione dell’Infiorata unisce sempre i temi tradizionali all’attualità.
Dal 2007 Pievepelago è stato insignito del titolo di ‘Città dell’Infiorata, riconoscimento dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani sinora riservato a sole 10 località che in Italia realizzano questa tradizionale iniziativa.
Pievepelago si aggiunge così – unica località dell’Alto Appennino- alle famose Infiorate del centro Italia.

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