Ogni anno si celebra la festa per la Sagra di Monteobizzo la prima settimana di Agosto, e tramite musica e buon cibo si riunisce la comunità come da tradizione.
Se verrete alla sagra troverete crescentine, rigorosamente fatte a mano dalle razdore, polenta e gramigna, borlenghi e tanto altro.
Ci sono opzioni anche per i celiaci (grigliata e polenta).
La sagra si svolgerà da Giovedì a Domenica con stand gastronomico e attività per i bambini (tra cui la tradizionale pesca).
Si svolgerà anche il torneo di pallavolo intitolato a Sergio Cattarossi, un parrocchiano scomparso prematuramente.
sagra di monteobizzo

La storia

L’attuale chiesa di Monteobizzo è l’erede della medievale pieve di Palude o di Paule, ritenuta la più antica pieve del territorio frignanese avente il diritto di giurisdizione. Essa fungeva da porto sicuro per i viandanti nei loro pellegrinaggi tra il ducato di Modena e la Toscana, fornendo sostentamento e rifugio. L’edificio è una delle più preziose testimonianze del romanico frignanese, il prezioso abside con le figure antropomorfe di animali e l’eterna lotta tra il bene e il male rende questo luogo ancora più speciale. Il nome Monteobizzo deriva dagli antichi signori (Obizi) che abitavano nel castello (oggi in rovina è denominato Castello di Montegarullo) posto sulla sommità del monte, ai piedi del quale sorge la chiesa. Altri nomi con i quali è conosciuta la Pieve è Monte della Campana o Monte San Vincenzo; il primo nome è stato dato poiché su Montegarullo era collocata una campana, la quale fungeva da campanile e dava i segnali religiosi e civili. Mentre il secondo a causa di uno dei santi ai quali è intitolata la chiesa (Chiesa s.Vincenzo e s.Anastasio).
Con l’avvento dei Montecuccoli, la Pieve perse importanza a fronte della vicina Renno e divenne una semplice chiesa periferica.

Durante il corso del XVI secolo ripresa la sua importanza comprendendo il territorio dei comuni di Torricella e di Pavullo. Poi nei primi anni del 1800 venne soppressa divenendo semplice cura di Pavullo. Solo nel 1974 fu ricostituita con un proprio parroco e un proprio territorio grazie alla determinazione di don Gemello Camellini, che già dall’inizio degli anni ’60 si rimboccò le maniche e ricostruì la comunità. A lui si deve la costruzione della nuova canonica e col nuovo millennio anche la costruzione dell’oratorio appena sotto la chiesa. In tal modo dava la possibilità ai ragazzi di trovarsi e svolgere attività sportive nei contigui campi da calcio e pallavolo. Alla sua morte gli venne intitolato anche il parcheggio di fronte alla chiesa e ad oggi ì parrocchiani celebrano ancora il suo ricordo continuando, con il nuovo parroco Don Roberto Montecchi, la tradizione della sagra.

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