Il simbolo di Lama Mocogno è sicuramente la sua scalinata, ricca di storia che qui vi raccontiamo.

Il tracciato dell’attuale scalinata coincide probabilmente con quello del primo sentiero che collegava Lama Bassa, primo antico insediamento dalle origini incerte (secondo quanto ricavabile dalle fonti storiche come il Tiraboschi, il Pantanelli e il Santi, il Sorbelli), con Lama Alta, parte più recente del paese espansasi, dal punto di vista edilizio e strategico, sotto l’impulso del movimento di viaggiatori e merci derivante dalle due strade ducali costruite nel sec. XVIII°, la via Vandelli e la via Giardini.

scalinata di lama mocogno
Cartolina del 1903

Nella cartografia del Catasto di Impianto del 1892, il percorso risulta cartograficamente identificato nella stessa posizione attuale.

Nella relazione descrittiva, datata 7 ottobre 1923, di un primo progetto per la realizzazione della scalinata a cui attribuire, secondo disposizioni di livello nazionale, la denominazione di “Viale delle Rimembranze”, compare la seguente indicazione: ”il presente Viale delle Rimembranze che dovrà accogliere le piante a sacro ricordo dei gloriosi caduti nella passata grande guerra, parte dal centro del paese Lama di sopra e conduce all’altro gruppo di case detto Lama di sotto mediante una linea che all’uscita dell’abitato costituisce un rettilineo. Questa prima parte segue all’incirca l’andamento della strada vicinale esistente ed anzi viene in parte ad occuparla. A circa metà, da detto viale se ne diparte un altro ad angolo retto che si raccorda con un gomito della Strada vecchia Comunale carrozzabile fra i due centri abitati già citati.”
Nella delibera del Consiglio Comunale n.22 del 23 dicembre 1923, si indica in premessa: il Consiglio Comunale “stabilì di allargare, livellare e adattare a Viale delle Rimembranze la strada Comunale per soli pedoni ora quasi impraticabile che congiunge i due maggiori agglomerati di case del Capoluogo e cioè Lama Piazza con Serra di Lama”.
Dai documenti sopra indicati si ricava inequivocabilmente che a quell’epoca esistesse il tracciato del percorso ma non fosse stato ancora conformato a scalinata. Non fu però il progetto del 1923 quello destinato a plasmare la realizzazione dell’intervento. Per motivi che non emergono dalla documentazione che è stato possibile reperire, la realizzazione della scalinata avvenne negli anni 1934-35 sulla base di un nuovo e diverso progetto redatto e approvato nel 1933.
La documentazione fotografica dell’epoca, i ricordi degli anziani, le testimonianze e le autorevoli notizie divulgate dallo studioso e appassionato di storia locale maestro Antonio Mazzieri, attestano che la scalinata fosse stata realizzata in pietra sulla base di un assetto a rampe alternate a frequenti ampi pianerottoli.

In prossimità della fine della seconda guerra mondiale, la scalinata venne danneggiata da un bombardamento nella sua parte alta e da tale situazione si originò, nel dopoguerra, l’iniziativa per il rifacimento complessivo dell’opera secondo un assetto a rampa gradinata.

La Scalinata è stata recentemente restaurata e riportata al disegno originale: tra il 2017 ed il 2019: l’inaugurazione ha avuto luogo il 5 maggio 2019.
Al centro della Scalinata sorge il Monumento ai Caduti di tutte le Guerre, che è parte integrante del complesso monumentale: di forma parallelepipeda, con lesene e architrave a muoverne la superficie, ospita tre grandi lapidi in pietra serena che ricordano i caduti della Prima guerra mondiale più altre quattro, la centrale in pietra serena, le altre tre in marmo bianco, a memoria dei caduti della Seconda guerra mondiale sui vari fronti.

Davanti alla lapide centrale è appesa una lampada in bronzo e vetro. Quattro macigni del Monte Grappa e un’aquila in marmo, sulla sommità, commemorano in particolare il sacrificio degli Alpini durante la Grande guerra.
Per la sua posizione e per la sua conformazione, la Scalinata offre vedute spettacolari sul centro di Lama Bassa, oltre che sulla prospiciente vallata del torrente Mocogno, affluente del Rossenna, con le frazioni di Mocogno e di Cadignano e l’arcipelago di campi, boschi e borgate che la caratterizza.